Aree di competenza

CONSULENZA LEGALE PER MIGLIORARE GLI ASSETTI ORGANIZZATIVI DELL’IMPRESA

  • Il modo  di fare impresa sta evolvendo verso nuovi modelli organizzativi ispirati dal cambiamento di consapevolezza dei consumatori, delle comunità e del mercato, più sensibili ai temi della sostenibilità ed  evoluzione della normativa europea e nazionale.
  • L’art. 2086 Codice civile, recentemente modificato,  impone  all’imprenditore  che opera in forma societaria il dovere di dotarsi di un idoneo sistema organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura ed alle dimensioni dell’impresa.
  • L’ art. 3 del Codice della crisi e dell’ insolvenza prevede anche per l’imprenditore individuale il dovere di adottare  misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere le iniziative necessarie per farvi fronte.
  • E’ obbligatoria per l’impresa la predisposizione di un’idonea struttura organizzativa nel rispetto dei principi di bilancio per la corretta amministrazione e continuità aziendale.
  • Il consulente legale in azienda, con visione  interdisciplinare,  aiuta i vertici dell’impresa a migliorare gli assetti organizzativi  e la  gestione dell’impresa.

A COSA SERVE LA CORRETTA PREDISPOSIZIONE DEI CONTRATTI D’IMPRESA

  • I  contratti devono essere redatti su  misura, in modo chiaro, in base alle esigenze ed agli accordi, in modo da agevolarne l’esecuzione; questo vale in particolare per i contratti con l’estero nei quali è fondamentale  individuare preliminarmente la legge applicabile ed  il sistema di risoluzione delle controversie: arbitrato o giustizia ordinaria, e  il foro competente.
  • La corretta formulazione di condizioni generali  nei contratti d’impresa è molto utile per regolare in modo uniforme i rapporti,  e per  una maggiore tutela dell’impresa tramite specifiche clausole.
  • Il contratto scritto costituisce la prova principale del contenuto degli accordi intercorsi tra le parti in sede arbitrale o giudiziaria.

RESPONSABILITA’ AMMINISTRATORI

  • Chi amministra un’impresa deve agire con la specifica diligenza richiesta dal ruolo, in modo informato e rispettoso delle normative vigenti:  ha  responsabilità  verso la società, verso i creditori, e verso i terzi.
  • Gli amministratori rispondono della gestione aziendale, e sono tenuti a dotare l’impresa di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili per rilevare e prevenire situazioni di crisi ed assicurare continuità aziendale.
  • In base alla dimensione e al settore aziendale devono predisporre un modello di gestione idoneo alla prevenzione di eventuali reati nei vari ambiti dell’impresa, ed assicurare la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
  • Sono responsabili, oltre al conseguimento degli obiettivi economici, di quelli  di sostenibilità imposti dalla legge, o decisi dall’impresa.
  • La responsabilità  civile e  penale  per gli amministratori dell’impresa comporta spesso anche una responsabilità patrimoniale che si può ridurre o prevenire.

RESPONSABILITA’ ai sensi del D.Lgs. 231/2001

Cos’è: Enti e società sono responsabili per l’omessa predisposizione di un modello di organizzazione e gestione dell’attività idoneo a prevenire la commissione di reati da parte dei vertici aziendali e dipendenti sottoposti nell’interesse o a vantaggio dell’ente.
La normativa richiede un cambio culturale nella gestione dell’attività d’impresa, che comporta l’analisi dei rischi e la predisposizione di adeguati strumenti di gestione.

Reati: la normativa 231.2001 prevede oltre centoventi reati, continuamente integrati con ulteriori fattispecie.
L’elenco comprende reati in materia di: salute e sicurezza dei lavoratori, ambiente, corruzione, false comunicazioni societarie, evasione di tributi, violazione di brevetti, turbativa di mercato, violazione normativa monopoli, indebita percezione di contributi ecc…


Di cosa si risponde: Sotto il profilo penale la responsabilità è personale, in capo alla persona che ha commesso il reato mediante un’azione o un’omissione.
Sotto il profilo del Dlgs.231.2001 l’Ente e la società rispondono per non aver adottato un modello di organizzazione e gestione (MOG) idoneo a prevenire la commissione del reato,e anche per non averne dato corretta attuazione, o per non essersi dotati di un organismo di controllo (OdV) indipendente, e munito dei necessari mezzi per svolgere l’incarico.
La decisione sulla predisposizione e sulla attuazione del modello di organizzazione e gestione rientra tra i compiti degli amministratori, con relativa responsabilità nei confronti della società.


Sanzioni: sono di tipo pecuniario di entità commisurata alla gravità del reato ed alla dimensione aziendale. Nei casi più gravi può essere disposta l’interdizione dallo svolgimento dell’attività, e dalla partecipazione a gare ed appalti pubblici; è sempre disposta la pubblicazione della sentenza di condanna nei giornali.

 

NORMATIVA WHISTERBLOWING

  • Le imprese con oltre 50 dipendenti dal 17.12.2023 sono obbligate ad adeguarsi alla normativa del Dlgs.24.2023 con la predisposizione  di canali interni per la segnalazione da parte del personale  di comportamenti illeciti lesivi dell’interesse pubblico, o dell’ente privato, o rilevanti ai sensi del Dlgs.231.2001.
  • Il destinatario della segnalazione non deve essere l’organo amministrativo, ma un soggetto indipendente, con funzioni di controllo.
  • E’ necessaria anche la previsione di un canale esterno di comunicazione  delle segnalazioni per il caso di mancata previsione o mancato funzionamento di quello interno.
  • Sono espressamente vietati comportamenti ritorsivi, di qualsiasi natura, da parte dell’impresa nei confronti del segnalante.

SOSTENIBILITA’ DELL’IMPRESA

Per una corretta gestione dell’impresa, e per migliorarne la competitività  in mercati sempre più internazionali, oltre alla sostenibilità economica-finanziaria, è necessario che le aziende si impegnino nel perseguimento anche di obiettivi di sostenibilità   ambientale-sociale e di governance (obiettivi ESG).

Dal 2024 la  normativa europea (Csrd), recepita dal nostro Paese,  impone  alle grandi imprese di interesse pubblico, e operanti nel settore assicurativo e bancario, anche  la predisposizione del bilancio di sostenibilità.

Dal 2025 l’obbligo sarà esteso alle imprese con oltre 250 dipendenti,  €20 milioni di attivo e €40 milioni di  fatturato; dal 2026 saranno tenute alla redazione del bilancio di sostenibilità anche le PMI quotate.

La redazione del  bilancio di sostenibilità, anche se  non obbligatorio, è importante, e viene predisposto anche da molte  imprese di ridotta dimensione  che appartengono a catene di fornitura, in quanto  richieste dalle committenti tenute a verifiche di due diligence.

La consulenza all’impresa è fondamentale per individuare il percorso più idoneo in relazione alle dimensioni aziendali, gli obiettivi di sostenibilità  realisticamente perseguibili tra quelli indicati nell’Agenda Onu 2030,  e curarne la corretta comunicazione per fruire di vantaggi rispetto ai competitors.

VANTAGGI COMPETITIVI PER L’IMPRESA CHE PERSEGUE OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ ESG

Standard europei per la rendicontazione
di sostenibilità

Per la redazione del bilancio di sostenibilità, e prima ancora per accertare la situazione aziendale ed i progressi conseguiti in relazione agli obiettivi prefissati, è necessario utilizzare standard uniformi che permettano la comparazione dei dati riconosciuti a livello internazionale,  con verifiche da parte di soggetti indipendenti, in particolare ai fini della certificazione.

L’EFRAG (European Finantial Reporting Advisory Group) che fa capo alla Commissione europea, nel 2023 ha emanato il primo set di 5 moduli per la redazione del bilancio di sostenibilità. Requisiti semplificati verranno proposti per le PMI.

Vengono presi in considerazione in particolare i seguenti aspetti:

01. Fattori ambientali

Nelle informazioni ambientali rientrano i dati relativi alle emissioni, uso dell’acqua, dell’energia, gestione delle risorse, dei rifiuti,  economia circolare.

02. Standard sociali e diritti umani

Rispetto dei diritti umani e nell’ambito del lavoro, parità di genere, formazione e sviluppo delle competenze, occupazione ed inclusione delle persone con disabilità, misure contro la violenza e molestie sul lavoro, condizioni di lavoro.

03. Fattori di governance

Obiettivi e ruolo degli organi amministrativi e direzionali, sistemi di controllo interno e di gestione dei rischi dell’impresa, etica e cultura aziendali, anticorruzione,  protezione informatori (whisterblowing), gestione e qualità delle relazioni con clienti,fornitori, comunità, comprese le prassi di pagamento.

PIANIFICAZIONE DEL PASSAGGIO GENERAZIONALE DELL’AZIENDA

In Italia, e nel Nord-Est in particolare, la maggior parte delle imprese sono di proprietà, e gestite da familiari. Uno dei momenti più critici nella vita delle imprese con compagine societaria familiare è quello del passaggio generazionale.

Al fine di assicurare la continuità aziendale e salvaguardare il patrimonio economico e relazionale,  è necessario procedere alla pianificazione del passaggio generazionale  con largo anticipo rispetto al subentro nella gestione aziendale, possibilmente quando  i fondatori dell’impresa sono in grado di farlo, per l’autorità di cui godono.

Oltre alla individuazione dell’assetto della gestione dell’impresa e degli amministratori (familiari o manager esterni), è necessario individuare la corretta entità e le modalità di liquidazione dei legittimari estranei alla amministrazione dell’impresa.

Uno degli strumenti più utilizzati per il passaggio generazionale è costituito dal patto di famiglia; tuttavia a seconda delle concrete situazioni ed esigenze  si può ricorrere anche ad altri istituti che permettono di salvaguardare il patrimonio familiare e la continuità aziendale, anche tramite opportune  previsioni e modifiche di clausole statutarie in caso di società.

Il consulente  per il percorso di  passaggio generazionale  deve avere esperienza giuridica in tema di successioni, ed economica in tema di gestione dell’impresa,  capacità di relazionarsi con qualsiasi categoria di persona all’interno ed all’esterno dell’impresa,  capacità di ascolto attivo e di mediazione, uniti  alla necessaria indipendenza ed autorevolezza.

Successioni ereditarie

Nel corso dell’intera vita professionale  ho svolto attività di consulenza,  mediazione, assistenza in sede giudiziale  a privati ed imprenditori per questioni di natura ereditaria, occupandomi in particolare di:

MEDIAZIONE ED ARBITRATO

Entrambe sono procedure per la risoluzione di controversie alternative rispetto al ricorso all’Autorità giudiziaria (A.d.r.).

  • Il D.Lgs.28/2010 ha reso obbligatorio, prima di procedere giudizialmente,  il ricorso alla mediazione per una serie di materie: locazione, condominio, successione ereditaria, divisione, patto di famiglia, affitto di azienda ecc., integrate nel 2023 con le seguenti: società di persone, contratto d’opera,  rete, franchising, sub-fornitura, somministrazione, associazione in partecipazione.
  • Nel procedimento di mediazione vi è la presenza di un mediatore, soggetto indipendente e imparziale,  con il compito di agevolare la comunicazione tra le parti affinchè trovino un accordo per comporre la controversia.

          L’accordo validamente concluso  ha efficacia di titolo esecutivo.

  • L’ arbitro (uno o più) è sostanzialmente un giudice privato che, a differenza del mediatore,  decide  la controversia con un procedimento simile a quello giudiziale, ma più veloce e snello.

         La decisione finale si chiama lodo ed equivale ad una sentenza.

  • L’arbitrato, spesso previsto  nei contratti d’impresa, e particolarmente in quelli internazionali, viene  concordato  dalle parti tramite una clausola contrattuale, o con  un accordo successivo
  • I procedimenti di mediazione ed arbitrato hanno tempi certi e veloci, sono caratterizzati dalla riservatezza, hanno costi mediamente non elevati.

Da oltre vent’anni mi interesso di mediazione ed arbitrato, procedure che richiedono un approccio diverso da quello alla giustizia ordinaria.

Ho esercitato per oltre un decennio l’attività di mediatore civile-societario ed arbitro per Curia Mercatorum presso la CCIAA di Treviso e Belluno.

Nella consulenza alle imprese in materia contrattuale,  in particolare con l’estero, ritengo necessario considerare la previsione della mediazione e/o dell’ arbitrato per la risoluzione di eventuali controversie, per evitare il  rischio di ricorso ad autorità giudiziarie straniere con relative incognite ed oneri.

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